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mercoledì 20 maggio 2015

I PRO E I CONTRO DELL’AUTOPUBBLICAZIONE



Sono sempre di più gli scrittori, o presunti tali, che si affidano all’auto-pubblicazione. Una strada nuova, interessante e stimolante per lasciarsi alle spalle le sempre più numerose case editrici a pagamento, che promettono mari e monti per poi offrire un mero servizio di tipografia: stampano i libri, spesso, senza neanche leggerli.

Vi sono anche case editrici serie, che non chiedono denaro, ma che peccano nella promozione, lasciando l’autore in balìa di dubbi, perplessità e non fornendogli i mezzi necessari per promuoversi in maniera efficace ed efficiente. Infatti non basta fare presentazioni in librerie per vendere migliaia di copie. E’ un buon mezzo di pubblicità, ma non sufficiente.

E allora che fare? L’unica strada da percorrere pare essere quella del self-publishing. 

Come procedere? Semplice! Una volta che un autore ha scritto un romanzo, un racconto, un saggio, di qualsiasi genere, si affida ad Amazon, Youcanprint, Narcissus, e chi più ne ha più ne metta, segue le istruzioni e voilà… il gioco è fatto!

In poche ore il romanzo è online sui principali store.

Ma non finisce qui. Ora inizia la fase più difficile e complicata. Quella della promozione. Ognuno fa ciò che ritiene più opportuno. C’è chi si fa ospitare in blog di conoscenti per una presentazione dell’opera, chi rilascia interviste, chi divulga brevi videomessaggi, chi si fa recensire, ecc.

E poi? Si aspetta che qualcuno, incuriosito, acquisti il libro. 

Amando leggere ho avuto modo di passare in rassegna molti romanzi, sia cartacei sia ebook, e soprattutto in questi ultimi, ho trovato tantissimi refusi, solo di battitura quando va bene, ma spesso anche grammaticali. Apostrofi dimenticati, punteggiatura usata a caso, ripetizioni… 

Allora mi sorge un dubbio. Chi si auto-pubblica ci tiene veramente a farsi conoscere come scrittore? Personalmente se leggo un libro scritto male, il contenuto – seppur interessante – passa in secondo piano, perché una volta pubblicata, l’opera deve essere perfetta. L’acquirente vuole, infatti, un prodotto eccellente e non di mediocre o scarsa qualità.

Cosa voglio dire con questo? Tutti quando scriviamo ci facciamo prendere dalla foga del momento, per cui è normalissimo fare errori. Poi, però, c’è la fase della revisione - la più importante - che deve essere fatta in primis dall’autore stesso e poi affidata a terzi, SEMPRE

Anche se quando andavamo a scuola avevamo 10 in italiano, anche se ci riteniamo perfetti conoscitori della lingua.

Solo dopo potremmo auto-pubblicare un’opera degna di essere letta. Ne va della nostra reputazione. Se io pubblico un libro pieno di refusi, do l’idea di aver scritto svogliatamente e, probabilmente, chi ha speso dei soldi per leggere la mia opera, non ne spenderà altri per me, perché non li merito, a ragione.

Pertanto uno scrittore deve scrivere UN BUON CONTENUTO IN ITALIANO CORRETTO.

Elvira Tonelli

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