Malinconia aleggia in questa stanza
senza sapere il perché si insinua tra le mie membra
m’imprigiona,
m’intrappola senza vie d’uscita,
il pensiero indietreggia nel tempo.
Ora la mente vaga
nebulosa,
stralci di passato eruttano prepotenti
e io, indifesa, piango,
piango per un tempo che non tornerà più
ma i ricordi sono vivi.
Penso.
Le lancette inesorabili avanzano,
la mia giovinezza svanisce
lasciando il posto a una maturità dettata dagli anni.
Tristezza, impotenza, rassegnazione
dinanzi alla cruda realtà
Poi il sole a rimembrarmi
che la vita è anche calore, amore
e mi calmo con un abbraccio forte
che mi colma il cuore di speranza…
strano come la convinzione di versificare consista nell'andare a capo... non ha mai letto un sonetto caudato o le rime di tullia d'aragona? o forse ha scambiato la produzione poetica per una operazione che consiste nell'annotare banalità. in circa seimila anni di storia letteraria restano tracce soltanto dei poeti, ma le Sue rischiano di lasciare i lettori completamente indifferenti o scatenare effetti irritanti a causa di un eccessivo solipsismo. provi a leggere ingebor bachmann o georg trackl, come orizzonti sono più stimolanti.
RispondiEliminasalute e libertà
Prima di tutto io non sono una poeta, scrivo romanzi. Ogni tanto mi diletto a riportare i miei pensieri e, in questo caso, ho fatto così. Se il mio scritto l'ha lasciata indifferente, non mi interessa assolutamente. Poteva anche evitare di perdere tempo a leggere. Molti hanno apprezzato e questo mi basta. Anche perchè io scrivo prima per me stessa. Cos'è? Forse invidioso perchè io, almeno, ho scritto qualcosa? E poi abbia almeno il coraggio di firmarsi.... Elvira
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