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lunedì 29 aprile 2013

UNA SOSTA IN TERRA AFRICANA

... "Atterrarono all'aeroporto di Bamako. Noemi si guardò intorno e si impressionò nel vedere ciò che li circondava. Il nulla. Quel giorno faceva un caldo torrido, faticava quasi a respirare. Per loro, però, il viaggio non era ancora terminato. Dovevano, infatti, recarsi a Ségou, che si trovava nella parte centromeridionale del paese.

 Riuscirono a convincere un uomo del posto, un certo Thièrry, a portarli a destinazione con il pulmino che aveva a disposizione. Noemi gli spiegò in francese dove dovevano andare e perché fossero arrivati in Mali.

Dopo qualche esitazione, l'uomo acconsentì e, caricate le valige sul retro del pulmino, li fece salire e partirono. Il viaggio sarebbe durato almeno due ore, viste le strade poco praticabili.

Appena si misero in moto, Noemi si rese conto della desolazione che li circondava. Come era possibile vivere in un posto come quello? Così secco, caldo, povero? Fu distolta da quei pensieri quando Thièrry, concentrato sulla guida, non riuscì a evitare una grossa buca. Noemi sbattè la testa contro il vetro e Marco quasi cadde dal sedile. L'uomo non fece una piega. Era abituato a percorrere quelle strade così dissestate ed era normale che il mezzo subisse tutti quegli scossoni".

(da Il sorriso innocente dell'amore)

sabato 27 aprile 2013

JESSICA E LA MANCANZA DI AFFETTO




Jessica crebbe, dunque, tra mille difficoltà… Anche perché non tardarono ad arrivare le prime botte, le urla, le critiche continue da parte di suo padre. Quando tornava a casa dal bar ubriaco, Jessica già sapeva che ogni cosa che avrebbe fatto sarebbe stata soggetta a lamentele. I maltrattamenti, spesso anche violenti, divennero ben presto quotidianità.



Intanto lei cresceva. Era una ragazza timida, chiusa e solitaria. Anche a scuola ebbe molte difficoltà a farsi delle amicizie. Si sentiva diversa da tutte le altre. Le sue compagne erano sempre allegre e sorridenti. Lei, al contrario, se ne stava seduta al suo posto senza dar fastidio a nessuno. Interveniva se era interpellata, per il resto se ne stava in disparte. 

C’era Giulia, la sua vicina di banco, che cercava di parlarle il più possibile. La vedeva triste e voleva fare qualcosa per aiutarla. A volte le chiedeva di andare a casa sua il pomeriggio per fare i compiti insieme. 

Jessica, dopo tante insistenze, si fece coraggio e chiese al padre il permesso. Luigi glielo concesse senza problemi, purché tornasse a casa in tempo per preparare la cena. 

Quei pomeriggi che trascorreva da Giulia erano davvero piacevoli. Sua mamma si dimostrava sempre molto premurosa nei suoi confronti e, sapendo da voci che circolavano in paese come era la situazione di Jessica a casa, ogni volta le preparava dei contenitori con del cibo già pronto, solo più da fare riscaldare. Lei accettava volentieri, anche se non sapeva come ricambiare quel favore. 

Con Giulia riuscì a legare abbastanza, ma non confidava tutto. Aveva imparato a tenere per lei il dolore, la tristezza e la solitudine che provava quando era con suo padre. Invidiava molto la sua compagna. Prima di tutto perché lei aveva una madre con la quale confidarsi e poi i suoi genitori erano fantastici. Quella casa era piena di affetto, gioia e allegria… Lei, purtroppo, quella fortuna non l’aveva avuta…

giovedì 25 aprile 2013

JESSICA: UNA PICCOLA BAMBINA GIA’ GRANDE



Oggi voglio parlarvi di Jessica, questa giovane ragazza che, nonostante l’età, è dovuta crescere in fretta e in solitudine. Già… perché purtroppo è il risultato di un “errore” dei suoi genitori… Non ha mai ricevuto l’affetto che ogni piccola creatura meriterebbe, anzi, all’età di tre anni la madre ha deciso di andarsene e ricominciare una nuova vita, lasciandola in balia del padre, il quale ha cercato in tutti i modi di trasmetterle un po’ di affetto, ma non è riuscito nell’intento in quanto è stato lui il primo a essersi sentito abbandonato e così ha cercato consolazione nell’alcool. 



Questo, chi ha letto “Il sole ora splende” già lo sa… Ciò che non sapete, però, è che in realtà anche Luigi ha cercato di “sbarazzarsi” della piccola Jessica. Non appena rimasto solo, infatti, si è subito recato all’orfanotrofio più vicino per liberarsi di questo peso, ma lì non hanno accettato la sua richiesta e hanno cercato in tutti i modi di convincerlo a crescere sua figlia con tutto l’amore possibile. 

Dopo tutti i colloqui avuti, Luigi si è sentito in colpa solo per aver pensato di abbandonarla e così, per un periodo, si è rimboccato le maniche e ha cercato di essere un vero padre, affettuoso e attento alle esigenze di Jessica. 

E questo compito, per lui difficilissimo, in realtà gli riusciva anche bene. La portava al parco giochi, la coinvolgeva nei piccoli lavoretti che svolgeva a casa facendola sentire importante, e la piccola stava bene. 

Peccato, però, che questo periodo magico è durato poco… Dopo qualche mese, infatti, Luigi si è stufato. Ha iniziato a lasciarla sempre più spesso a casa da sola, nonostante l’età, e a passare sempre più tempo al bar. 

A Jessica, così, non è rimasto altro che darsi da fare e diventare la donna di casa. A soli sei anni era già in grado di occuparsi, per quanto possibile, del pranzo e della cena. Era piccola ma, in cuor suo, già sapeva che era lei a doversi prendere cura di suo padre e non viceversa, come la normalità avrebbe richiesto.

CONTINUA…

mercoledì 24 aprile 2013

QUALCHE CURIOSITA' SU LORENZO: SECONDA PARTE



Da lì a fare conoscenza il passo fu breve. Lorenzo iniziò a parlarle durante l’intervallo e poi la invitò a trascorrere un pomeriggio al parco. Fu qui che scappò il primo bacio. Lorenzo non si era mai innamorato prima d’ora e quel bacio lo segnò profondamente. Sentì una strana sensazione allo stomaco e la voglia di trascorrere ogni istante con lei. 


Ben presto, però, capì che il suo trasporto nei confronti di Lucia non era ricambiato con la sua stessa enfasi. Pareva infatti che lei stesse con lui solo per compiacergli. Eppure quando le chiedeva se era innamorata lei lo guardava con due occhi così dolci che lo facevano sciogliere, e ogni dubbio svaniva all’istante.

Successe dopo circa tre mesi. Lorenzo era uscito dall’aula tra una lezione e l’altra per andare in bagno. Passò davanti all’aula di Lucia. Era quasi intenzionato a farle un saluto veloce, ma ciò che sentì gli gelò il sangue. 

“Che vi avevo detto ragazze? E’ innamorato pazzo di me!!! Ora posso dire di aver vinto alla grande la scommessa… Sono tre mesi che ci esco insieme e che devo sorbirmi le sue sdolcinate… Non ne posso più!!! Domani lo mollo!! Bello è bello, non c’è che dire… ma lo sapete come sono fatta io… Le storie serie non fanno per me, e questo fa sul serio!! Il secondo giorno che ci conoscevamo voleva già presentarmi ai suoi!!!!".

Lorenzo non volle sentire più nulla e andò in bagno. Qui si rinfrescò la faccia e cercò di riordinare i pensieri. Ora gli era tutto chiaro. Ecco perché Lucia gli sembrava sempre un tantino fredda e impostata. Non era innamorata, semplicemente aveva scommesso che sarebbe riuscita a farlo cadere ai suoi piedi! Non poteva essere vero… 

Il giorno dopo si videro al parco, come era ormai consuetudine. Prima ancora che Lucia aprisse bocca, lui sbottò. “Così tu mi hai usata? Hai voluto far vedere a tutti quanto sei bella e brava a far cadere gli stupidi come me ai tuoi piedi… Bene, ora che ci sei riuscita sei soddisfatta?? Sai cosa ti dico? Io sarò stupido, ma ero innamorato veramente. Tu, invece, sei vuota dentro.. Dove sono i valori? Credi in qualcosa, oltre all’apparire sempre e comunque? Ora vattene, non voglio più sentirti e tanto meno vederti”.

Lucia non seppe replicare. Non dovette neanche sforzarsi di lasciarlo. Da quel giorno, però, Lorenzo divenne triste e passava molto tempo solo. Neanche il suo migliore amico riusciva a spronarlo. Ancora una volta il suo nome aveva prevalso. Quando sarebbe finita questa storia?

martedì 23 aprile 2013

QUALCHE CURIOSITA’ SU LORENZO: PRIMA PARTE



Lorenzo, uno dei protagonisti del romanzo “Il sorriso innocente dell’amore” è un noto avvocato di Milano che sta portando avanti la professione di famiglia. Da quando è venuto al mondo si sapeva che sarebbe stata quella la sua strada. I suoi genitori sono sempre stati orgogliosi di lui, sin da quando era piccolo, e lui si è sempre sentito in dovere di non deluderli.


A scuola era uno studente modello. Aveva molti amici, ma solo con un paio di loro si sentiva veramente affiatato. Tutti gli altri sembrava volessero solo approfittare del suo nome. E proprio il suo nome a lui pesava molto.

Lorenzo voleva solo essere accettato per come era, per la sua simpatia, per la sua personalità. Insomma… per i suoi pregi e i suoi difetti, ma non soltanto perché “era figlio di…”.

Questo per lui fu un problema anche quando conobbe l’amore. La sua prima ragazza si chiamava Lucia. Era bella, molto appariscente, forse troppo, e – come Lorenzo avrà modo di scoprire dopo qualche tempo – aveva scommesso con le sue amiche che sarebbe riuscita a far innamorare il ragazzo più ricco della scuola.

Ogni giorno si appostava vicino alla macchinetta del caffè che si trovava lungo il corridoio, proprio vicino alla classe di Lorenzo. Appena suonava la campanella che preannunciava l’intervallo, lei era lì.
Lorenzo era solito uscire dall’aula e recarsi a prendere un the caldo. Lei lo osservava con un sorriso seducente. Inizialmente lui non ci fece troppo caso. Sapeva di essere un bel ragazzo e spesso gli capitava di avere gli sguardi delle ragazze addosso. Fu un suo compagno a farglielo notare. “Hai visto come ti guarda quella? Secondo me è innamorata persa di te”.

Così anche lui iniziò ad osservarla e a ricambiare lo sguardo. In effetti… non era niente male.

CONTINUA….