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lunedì 15 luglio 2013

…UN GIOCO DI SGUARDI E LA SCINTILLA DIVAMPO’…



Era una sera a una festa di amici. Lui aveva da poco chiuso una storia con una ragazza che scoprì essere innamorata della sua professione, più che di lui come persona. E puntava ai soldi. 



Questa consapevolezza lo aveva sconvolto ed era ancora molto provato. Aveva deciso di uscire quella sera solo perché i suoi amici avevano insistito tanto, ma non era dell’umore giusto. Si era seduto in un angolo con un bicchiere di vino in mano, come a nascondersi da tutto e da tutti, quando i suoi occhi si posarono su una ragazza che stava ridendo e parlando con un gruppo di amiche. 

A colpirlo erano stati i suoi occhi, così profondi e limpidi, e il suo sorriso. Non era più riuscito a spostare il suo sguardo da lei per tutta la sera. Un suo amico se ne era accorto e aveva fatto in modo di farli conoscere. Il loro incontro era stato buffo e banale. Si erano avvicinati e, nonostante la ritrosia di Lorenzo, Gianni (così si chiamava il suo amico) si era fatto avanti.

«Guarda che belle ragazze! Anche voi alla festa?»
«Sì, siamo amiche di Elena, una delle organizzatrici!»
«Capito! Noi invece conosciamo Luca. È lui che ci ha invitati! Comunque piacere, io sono Gianni e lui è Lorenzo!»
«Piacere! Io sono Laura»
«E io Noemi!»

In quel momento entrarono dei ragazzi. 

«Guarda… è arrivato anche mio cugino con la sua ragazza! Vado a salutarli! Torno tra poco!» disse Laura, rivolgendosi a Noemi.

A quel punto anche Gianni, con una scusa, si dileguò.

«E così ci hanno lasciati soli!» disse Lorenzo per rompere il ghiaccio. «Già» rispose Noemi con il sorriso sulle labbra e proseguì: «Non mi sembri molto coinvolto in questa serata!».
«No, infatti! Mi ha trascinato Gianni a forza e non ho potuto oppormi!»
«Beh… a dir la verità non sei l’unico. Anch’io non amo molto tutto questo baccano, ma è un modo per stare insieme e conoscere altra gente, oltre che per rivedere amici che spesso, vuoi per una cosa vuoi o per l’altra, perdi un po’ di vista e così… eccomi qua!»

Quando parlava Lorenzo non riusciva a staccarle gli occhi dal suo viso. Gli trasmetteva tranquillità e poi… che occhi! Un verde acqua così intenso…

Iniziarono a parlare della loro vita, delle loro passioni. Lorenzo scoprì che lei era infermiera e capì, dal modo in cui ne parlava, che per lei non era un lavoro, ma una vera e propria missione! Senza neanche che se ne accorgessero, trascorsero così due ore e, a un certo punto, lei gli disse che si era fatto tardi e che doveva andare. Il giorno dopo avrebbe fatto il turno del mattino e si sarebbe dovuta svegliare presto. Lorenzo, dal canto suo, avrebbe voluto continuare a parlare con Noemi all’infinito. 

Si salutarono con la promessa che si sarebbero rivisti presto e solo dopo, quando lei sparì tra la folla, si rese conto che non gli aveva nemmeno lasciato il suo numero di telefono. Che stupido! Avrebbe comunque cercato in tutti i modi di trovarla ma ora, mentre anche lui lasciava la festa, voleva solo godersi quella bellissima sensazione di leggerezza che la loro chiacchierata gli aveva trasmesso.

Sembrava che tutto ciò che gli fosse successo prima, e in particolar modo la grande delusione d’amore dalla quale era stato alquanto scottato, pesasse meno. E pensare che tra loro non era accaduto nulla. Avevano solo parlato, eppure era stato così piacevole...

Quella notte dormì come non gli capitava più da molto tempo e quando si svegliò, la prima cosa che gli venne in mente furono i due occhi di Noemi. Subito cercò un modo per rintracciarla. Aveva pensato di rivolgersi a Gianni, magari conosceva qualcuno che era in contatto con lei. Scacciò subito l’idea perché il suo amico, una bravissima persona per carità, era però troppo impiccione e, sicuramente, non lo avrebbe più lasciato in pace, con la sua smania di sapere sempre tutti i dettagli.

Non sapeva dove sbattere la testa, ma poi gli venne in mente Facebook. Non sapeva il cognome, ma non si diede per vinto e dopo ore e ore di ricerca – ovviamente tra una pratica e l’altra – riuscì finalmente a trovarla.

Non voleva, però, dare l’idea del ragazzo invadente, pertanto si limitò a inviarle una richiesta di amicizia. Ora non gli restava che attendere e sperare. Sperare che anche per lei quell’incontro non fosse passato inosservato.

Trascorsero alcuni giorni, ma non successe nulla. Intanto Lorenzo faceva fatica a concentrarsi sul lavoro, era sempre distratto. Pensava a lei in continuazione. E poi accadde. Ormai rassegnato, si collegò a Facebook e vide che Noemi aveva accettato l’amicizia e gli aveva anche scritto un messaggio. «Ciao Lorenzo, che piacere trovarti su Facebook. Scusa il ritardo, ma i social network non sono proprio il mio forte, per cui mi collego molto raramente. Come stai?»

Ci fu un susseguirsi di messaggi, finché Lorenzo le chiese apertamente di vedersi per un aperitivo e lei accettò. La loro storia iniziò così e, da quel momento, divennero inseparabili.

E più la conosceva più si convinceva che era lei la donna della sua vita. Aveva scoperto tante qualità di Noemi che non pensava neanche esistessero, viste le sue precedenti storie. Lei era così solare, semplice, e quando lui le aveva detto chi era e quindi a che famiglia apparteneva, nel comportamento di lei non era cambiato nulla. Con lei riusciva a parlare di tutto e si sentiva ascoltato e capito. E, soprattutto, amato. Insomma, Noemi amava Lorenzo e non l’avvocato.

Elvira Tonelli, Il sorriso innocente dell'amore

domenica 14 luglio 2013

IL GRANDE GIORNO E’ ARRIVATO



Alle dieci e venti lo sposo era già davanti all’ingresso della chiesa. Era molto elegante e appariva tranquillo. Se era agitato riusciva a nasconderlo benissimo. Sua mamma, pronta per accompagnarlo all’altare, non era da meno! Era molto orgogliosa di lui, del bel ragazzo che era diventato ed essere al suo fianco proprio in quel momento la riempiva di gioia. Era molto emozionata e cercava a stento di trattenere le lacrime. Non poteva lasciarsi andare in quel momento, non era ancora nemmeno iniziata la cerimonia. 


Dopo qualche minuto di attesa, iniziarono a sentirsi in lontananza i clacson delle macchine che annunciavano l’arrivo della sposa. A quel punto iniziarono ad avanzare verso l’altare. 

L’auto della sposa si fermò in fondo al viale. Parenti e amici parcheggiarono e si incamminarono verso la chiesa, preceduti da Lucia, la mamma di Noemi. Era una distinta signora, di circa sessant’anni che, quel giorno, indossava un tailleur blu cobalto. I capelli erano raccolti in un elegante chignon. Gli occhi lucidi lasciavano trapelare la tanta emozione che, in quel momento, provava. La sua unica figlia stava per lasciare il nido! Era davvero contenta e orgogliosa. 

Lei e suo marito avevano fatto molti sacrifici per permetterle di crescere senza farle mancare nulla e Noemi era cresciuta con un forte senso di responsabilità, sin da piccola. Lei aveva lavorato come sarta in un piccolo laboratorio non molto lontano dalla loro abitazione poi, con la nascita della figlia, si era messa a confezionare abiti e a fare riparazioni da casa, in modo da poter seguire la sua famiglia nel miglior modo possibile. E il lavoro non le era mai mancato, anzi… Spesso le capitava di passare anche le notti per riuscire a consegnare in tempo gli indumenti. Ora che era in pensione si limitava a rammentare e a fare piccoli lavoretti per le amiche. Il suo ultimo capolavoro era stato il vestito che aveva confezionato per quel giorno a sua figlia. Non amava lodarsi ma era veramente bellissimo e, addosso a Noemi era un vero incanto. Lasciò i suo i pensieri quando si trovò di fronte all’ingresso della chiesa. Ora non le restava che osservare i suoi due tesori avanzare. 

Quando Noemi scese dalla macchina, tutti rimasero senza fiato. Era uno splendore. L’abito che indossava era color panna, semplicissimo, e le segnava il bellissimo fisico che aveva. Era un vestito senza maniche con un leggero strascico e un coprispalla a completare il tutto. Noemi era davvero splendida. Magra e alta con capelli castano chiaro lunghi fino a metà schiena, per l’occasione raccolti in una acconciatura che le metteva in risalto il viso e i bellissimi occhi verde acqua. Si limitò a sorridere a tutti gli invitati e a coloro che si complimentavano per così tanta bellezza. A braccetto del padre Aldo si avviò lungo il vialetto. 

Erano entrambi emozionatissimi, ma tra i due, era Aldo che faticava di più a controllarsi. Anche lui, come la moglie, era orgoglioso di sua figlia e non gli sembrava vero che stesse per sposarsi! Si ricordava perfettamente il giorno in cui venne al mondo! Appena nata Noemi era un esserino piccolo e urlante, con due occhi che, al primo sguardo, lo fecero sciogliere come neve al sole. Lui faceva il muratore e i suoi orari di lavoro erano piuttosto duri e stancanti. Spesso, la sera, soprattutto nel periodo estivo, rientrava tardi e sua figlia era già addormentata. Si limitava allora a sedersi accanto al letto e ad osservare i suoi lineamenti così perfetti e delicati. Al di fuori del lavoro, però, tutto il tempo libero che aveva lo dedicava alla famiglia, alle due persone che amava di più al mondo. Ogni giorno ringraziava Dio per ciò che la vita gli aveva riservato. Non poteva chiedere nulla di più! Ora stava accompagnando all’altare la sua “bambina”, per affidarla a colui che, da quel momento, avrebbe dovuto prendersene cura al posto suo. Come passava il tempo…

Quando fecero il loro ingresso, la marcia nuziale iniziò a risuonare nella chiesa. Lorenzo si voltò e man mano che Noemi avanzava verso di lui, il suo cuore batteva sempre più forte. Non riusciva a staccare gli occhi da lei. Era la donna della sua vita, quella che stava per sposare. Ed era così bella. Mentre attendeva di averla al suo fianco, come in un flashback rivisse il momento in cui si conobbero. 

Elvira Tonelli, Il sorriso innocente dell'amore

sabato 13 luglio 2013

… TUTTO ERA PRONTO…



La giornata era splendida, il cielo limpido, l’aria frizzantina. E tutto era pronto. Era il 15 di maggio. Noemi era agitatissima. Erano le sei di mattina ed era già in piedi. La notte aveva dormito poco, ma sul suo viso non vi erano segni di stanchezza. Era nervosa, certo! E chi non lo sarebbe stato nella sua situazione! Ma felicissima!! Tutto era stato organizzato alla perfezione. Nulla sarebbe stato lasciato al caso. Noemi avrebbe preferito una maggiore sobrietà, ma non aveva voluto creare problemi a nessuno e, quindi, si era adeguata. Ora però non poteva permettersi di perdersi nei ricordi… Tra pochi minuti sarebbe arrivata la parrucchiera e lei doveva almeno farsi una doccia e cercare di mangiare qualcosa. Non aveva fame, ma non poteva rimanere a digiuno. Non quel giorno.


Lorenzo, invece, era molto calmo. Si era svegliato alle sette e aveva iniziato a prepararsi, incurante dei continui consigli di sua madre. Già normalmente era una persona molto ansiosa, lei. Figurarsi quel giorno. Correva da  una parte all’altra impartendo ordini a tutti. Era praticamente da un anno che non faceva altro che organizzare il tutto. Suo marito e Lorenzo l’avevano lasciata fare, sapendo quanto ci tenesse a far sì che quel giorno fosse perfetto. La loro era una famiglia molto rinomata, visto il ruolo di avvocato ricoperto da generazioni e non potevano certo permettersi di fare brutta figura. Già si era dovuta rassegnare al fatto che suo figlio volesse sposare proprio Noemi. Era una bellissima ragazza, per carità, ma era una semplice infermiera con una famiglia umile alle spalle. Quella, però, era la decisione di suo figlio e, allora, andava bene così. 

Lorenzo non ci mise molto a prepararsi. Arrivò anche il fotografo per qualche foto di rito prima della cerimonia e poi partirono. La chiesa che avevano scelto si trovava poco fuori Milano. Una chiesa non troppo grande e molto luminosa che a entrambi era piaciuta subito. Davanti ad essa c’era un breve viale ed era circondata da un piccolo parco. Insomma… era un posto ideale per un giorno indimenticabile.

martedì 9 luglio 2013

IMMAGINO






“E’ ancora presto, ma già immagino come sarà quando ti conoscerò, quando potrò stringerti tra le mie braccia, sentire il tuo respiro, assaporare il tuo profumo, guardare i tuoi movimenti, ascoltare i tuoi pianti e i tuoi discorsi… Insomma… immagino come sarà vederti vivere... Sono certa che sarà bellissimo, me lo sento”.

 Elvira Tonelli

sabato 6 luglio 2013

IL COMMOVENTE SALUTO DI SARA



“Amore mio, se stai leggendo questa lettera significa che le cose non sono andate come speravo, come speravamo… 



Ho deciso di scriverti anche se non sai quanta fatica mi costa… Quando ti ho visto per la prima volta in classe non so perché ma ho intuito che fossi un ragazzo speciale. La conferma l’ho avuta quando hai iniziato a darmi “lezioni” per mettermi in pari con il programma scolastico. E la sera della cena di classe, finalmente è arrivato il nostro primo bacio… non sai da quanto aspettavo quel momento… 

La breve storia che abbiamo vissuto insieme è stata meravigliosa, mi hai fatta sentire speciale. Ciò che mi colpiva ogni volta era la delicatezza con cui mi guardavi, con cui mi accarezzavi… E ho ammirato tantissimo il tuo modo di starmi vicino durante la malattia. 

Sei stato sempre presente, mi hai aiutato davvero molto a superare tutte le paure e ad affrontare i terribili momenti dopo la chemioterapia. Non so come avrei fatto senza di te. La tua conoscenza, seppur breve, mi ha resa forte, quindi grazie di cuore! 

Ma c’è una cosa che voglio dirti so che il periodo che seguirà la mia morte sarà duro per te e per i miei genitori. Ti chiedo, per quanto possibile, di star loro vicino. E riguardo a te, non lasciarti andare, ma vai avanti per la tua strada. Diventa un bravo pediatra e aiuta quanti più bambini ti è possibile. Era anche il mio sogno, e visto che io non posso realizzarlo, concretizzalo tu per me. 

Sai una cosa? Una volta terminati gli studi era mia intenzione partire per un periodo per l’Africa tramite Medici Senza Frontiere o associazioni simili. Non te ne avevo ancora parlato, chissà se piacerebbe anche a te? 

In ogni caso voglio solo che non ti abbatti. Ti mancherò come tu mancherai a me, ma questa non deve essere una scusa per buttare tutto all’aria e rovinarti la vita. Io da lassù ti osserverò e cercherò di starti il più possibile vicino. E poi trovati una brava ragazza, innamoratene e fatti una famiglia. Anche questo era una dei miei sogni… dei nostri sogni, cerca di fare il possibile affinché si realizzi. Non ti sentire in colpa, non ne hai motivo. E poi, te l’ho ordinato io! 

Cos’altro dirti? Ti ho amato con tutta me stessa, sono orgogliosa e contentissima di averti conosciuto e ti auguro ogni bene… 

Ora devo smettere di scrivere, perché le lacrime hanno iniziato a scendere copiose, ma ricorda… il mio non è un addio, sarò sempre con te, in ogni momento. Una cosa sola mi rattrista: l’averti fatto soffrire. 

Purtroppo, però, ci sono cose che non si possono evitare, ma si devono solo affrontare. 

Un dolcissimo bacio… 

Sara”.
Elvira Tonelli, Il sorriso innocente dell’amore