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lunedì 27 febbraio 2012

Antonio Giordano presenta “L’esecrabili scritture”

Torno a parlarvi dell’autore Antonio Giordano. Questa volta l’autore ci presenta un altro suo libro dal titolo “L’esecrabili scritture. Quisquilie d’autore”.



Un'antologia di scritti che intercetta diversi generi letterari: il giallo (SOS - L'arcana concezione); il poema epico (Miceneide); l'epistola (Lettera di un aspirante Scrittore....); le fiabe (Incipit fabula); il racconto autobiografico (Viaggi); il testo teatrale (Un uomo d'affari); il forum di discussione su internet (Insomnia); il saggio (San Silvestro).

Da leggere assolutamente e meditare profondamente. Imparerete, infatti: che la discrezione e la riservatezza sono il segreto del successo negli affari. A rispettare gli animali, soprattutto cani e gatti. A compiere un viaggio catartico negli abissi dell'inconscio per sciogliere i nodi irrisolti che avvelenano la vostra psiche. A chiarire il mistero della creazione.

Come creare delle fiabe di successo e scrivere una lettera efficace a un Editore per spingerlo a pubblicare la vostra opera prima. Come accogliere degnamente il nuovo anno per ingraziarvelo. Come trasformare in vantaggio la vostra insonnia abituale.

Sarà un'avventura emozionante, del corpo e della mente.

Leggere per credere! Buona lettura.

venerdì 24 febbraio 2012

Autori emergenti attenzione: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”!

Voglio proporvi la storia successa a una scrittrice che, insieme a una sua amica, stava per realizzare un sogno. Purtroppo, però, non bisogna mai fidarsi di nessuno, perché viviamo in un mondo dove anche i “buoni sono cattivi”.

Esistono persone che si prendono gioco di chi si impegna duramente per rincorrere una passione e sogna un po’ di notorietà per il lavoro svolto.

Con questa storia Pamela Baiocchi riassume in modo egregio, quanto le è accaduto e ci vuole mettere in guardia…

LEGGETE:

Il sogno rubato  di Pamela Boiocchi

“Voglio dedicare questa brevissima fiaba ad Emiliana, cara amica, e a Fabio, consigliere fidato in questa avventura, coinvolto suo malgrado nelle nostre vicissitudini editoriali.

C'era una volta una bambina che aveva un sogno: scrivere la fiaba più bella di tutte e poterla leggere a tutto il mondo. Aveva un'amica e con lei condivideva il suo desiderio segreto, fino a che un giorno incontrarono qualcuno disposto a farlo avverare, a trasformare il sogno in una realtà.

Le due bambine erano davvero felici perché credevano finalmente di aver trovato qualcuno disposto a credere nella loro fantasia e con le capacità di trasformarla in qualcosa di vero e con la quale avrebbero potuto far sognare tante altre persone.

Così lavorarono e lavorarono, ma bisognava fare tutto in fretta perché c'era poco tempo, e disegnarono, usarono pennelli e colori, e tante parole messe bene in fila una dopo l'altra, e persino una grande farfalla colorata insieme a tutti i frammenti dei loro pensieri, delle loro speranze e dei loro tesori. Anche un folletto diede il suo aiuto, offrendo la sua voce per far conoscere al mondo il sogno delle bambine.

Erano così felici però che fecero un grande errore, non badarono a domandare cosa avrebbero dovuto dare in cambio di quel bel regalo. Fu un grave sbaglio che le due bambine pagarono a caro prezzo, perché come insegnano mamma e papà non ci si deve mai fidare degli sconosciuti e nessuno regala senza voler ricevere qualcosa in cambio.

Il sogno andava venduto e avrebbero dovuto farlo di corsa camminando molte leghe senza sosta perché nessuno sapeva che la fiaba esisteva. E quando tutte le parole si fossero esaurite ne avrebbero perso un pezzo: impacchettato e spedito, consegnato senza prova.

Le bambine piansero ma accettarono le conseguenze del loro errore, pentendosi, e impararono la lezione.

Decisero che non si sarebbero più fatte ingannare e che non avrebbero mai più dato la loro fiducia senza garanzie. E a quelle persone dissero che con loro non avrebbero più voluto sognare.

Ma di nuovo qualcosa accadde e a quelle bambine venne strappato il loro sogno colorato, dissero che non erano state brave, che i punti non si trovavano dove avrebbero dovuto, che la colpa era di una delle bambine che sapeva ma aveva taciuto, che non conoscevano il mondo. E vennero derise...

(Questa non è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e fatti non sono prodotto dell’immaginazione dell’autrice. Ogni riferimento a persone realmente esistite, vive o morte, fatti, luoghi o eventi non è puramente casuale)”.

Bene, che ne pensate???
Io, personalmente, penso che sia una vergogna. Il mondo dell’editoria italiano è pieno di trappole e sotterfugi, di cose non dette, ma date per scontato. E, come in tutti gli ambiti, è davvero complicato far capire alla gente quanto sei bravo, se non sei amico di…, parente di…, ecc.
Insomma, funziona come qualsiasi altra cosa in Italia.

La casa editrice in causa è la NOMS edizioni. Purtroppo ve ne sono anche altre che promettono, ma solo a parole…

Ora non voglio entrare nel merito, in quanto faccio solo da tramite per far circolare il più possibile la voce, in modo che cose come queste non accadano più e so, per esperienza, quanto sia difficile rifiutare una proposta di pubblicazione, specialmente se si tratta della prima opera.

Bisogna, però, non lasciarsi abbindolare da tante parole e promesse (in questo sono tutti bravi!), ma fare ricerche sulla casa editrice in questione, contattare altre persone che hanno pubblicato con “lei”, e se non si è più che sicuri, lasciar perdere e sperare in altre proposte.

Per fortuna vi sono anche case editrici serie, che seguono l’autore dalla A alla Z e fanno tutto alla luce del sole. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio…

Forse le case editrici sono troppe, come sono troppi gli autori emergenti. Non tutti coloro che scrivono, meritano di essere pubblicati. Solo che funziona così: quelli veramente bravi (e grazie al mio blog ho avuto modo di incontrarne davvero molti) faticano ad emergere.

Cosa pensate di tutte le persone famose che pubblicano un libro? Praticamente tutti i personaggi dello spettacolo scrivono (o, meglio, si fanno scrivere un libro), ma lo ritenete giusto??

Aspetto i vostri commenti!!

“L’ODORE DELLA FELICITA’” è il primo libro di Simonetta Mannino

La felicità è soltanto una semplice e fugace sensazione sensoriale per Nina, la protagonista di questo racconto. In una fredda giornata di neve, assieme alla sorella Ornella, mentre aspetta che i vigili del fuoco entrino nella casa della madre, che da tre giorni non risponde al telefono, Nina rivive in flashback il suo passato.



La madre, apparentemente affettuosa ma, in realtà, murata nel suo male di vivere e nella sua solitudine che cerca di compensare con il vino, la sorella Ornella, così pratica, concreta, e anche gelosa della sorellina, un padre che ha abbandonato la famiglia: questo è il mondo di affetti malati e incompleti di Nina, che la portano a sviluppare una sorta di masochismo che sfocia in episodi di autolesionismo, sia nell’infanzia, sia nell’età adulta.

Appena maggiorenne, la protagonista lascia la fabbrica – ha anche tentato di studiare, ma non è riuscita a conciliare studio e lavoro – per esibirsi in un night e finisce per prostituirsi: vuole denaro, molto denaro, per regalare alla madre un’esistenza più agiata e, in qualche modo, forse, comperarne l’affetto, ma intanto continua ad autodistruggersi. Anche l’amore non è che illusione: di Nina, ovviamente, perché per gli uomini lei è soltanto una puttana.

Il primo romanzo di Simona Mannino, nonostante l’argomento drammatico, è capace di regalare al lettore più esigente e attento momenti di autentico piacere per la bellezza della scrittura, per i personaggi non descritti, eppure vividamente visualizzabili, e per l’abilità nell’uso di foreshadowing e metafore: la penna d’argento con cui Nina firma il contratto per lavorare al night è come una lama, la firma che traccia è come una ferita, immagine che annuncia l’ambivalenza della scelta della ragazza; i canarini morti nella gabbietta, in casa della madre, ricordano altri due piccoli e morbidi batuffoli gialli, le scarpine di lana con le quali Nina vuole annunciare a Cristian, l’uomo che si illude di amare, la sua gioia di essere incinta, gioia che si spegnerà subito in una scena di violenza che culmina in un aborto.

La narrazione fluida coinvolge il lettore e lo trascina in un mondo di simboli, di colori, di luci, di odori e sensazioni attraverso i quali la lettura si fa esperienza e strumento di conoscenza, e allora ci interroghiamo: il viaggio della vita, dove porta? Alla fine del racconto, Nina darà la sua risposta: così privata, così personale, così finitamente umana.

Il libro è in vendita su www.edizioniesordienti.com


CHI E’ L’AUTRICE?
Simonetta Mannino nasce a Padova nel 1968. Attualmente risiede nella provincia con la famiglia, dove  vive e lavora. Amante della lettura da sempre, le sue passioni spaziano dai classici ai contemporanei, dal sentimentale, al noir, al thriller psicologico. I suoi autori preferiti sono: Patricia Highsmith, Isabelle Allende, Stephen King, Emily Bronte, Oscar Wild, Alexandre Dumas e molti altri. Da sempre attratta dai lati più oscuri della mente umana e spinta dalla voglia di comunicare, si è avvicinata alla scrittura da adolescente, inizialmente dedicandosi alla poesia. La passione per la parola scritta, gli umori e i tormenti dell’animo umano sono la molla interiore che l’ha spinta a scrivere il suo primo romanzo.

“TREDICI MAGGIO” è il libro di Raffaella Nassisi

Metto passione in tutto ciò che faccio, sono io, è il mio modo di vivere, giusto? Sbagliato? Non lo so, ma è l’unico modo che ho.”

Questa è Giulia, un po’ don Chisciotte in jeans, un po’ Peter Pan, 158 centimetri di concentrato di trentenne inquieta dell’hinterland milanese, piena di voglia di mordere la vita e che ancora non ha capito cosa vorrà fare da grande, nonostante sia già madre di un bambino di otto anni, che sta allevando da sola.

Dopo l’ennesima storia sbagliata, che le ha procurato infelicità, solitudine e attacchi di panico, Giulia smette di mentire a se stessa: se si sta male, non è amore, non può esserlo. L’amore fa star bene, ti fa sentire le bollicine della felicità, come se ti stappassero una lattina di Schweppes direttamente nel cervello.

Un po’ svitata, “vergognosamente spontanea”, Giulia non si dà per vinta: dalla vita vuole la favola. Ci sarà pure un principe azzurro anche per lei! Intanto, si arrabatta come può, corre da un lavoro all’altro, coccola il figlio, si districa nel traffico delle ore di punta, digita frenetici messaggini al cellulare, si ostina a portare tacchi da 12 centimetri anche quando è insano farlo (ad esempio, per fare sopralluoghi sui tetti, nel tentativo di vendere impianti fotovoltaici).

Quando si è aperti alla vita, generosi come Giulia, l’amore arriva. Forse, non senza qualche problema, anzi. Ma arriva di sicuro.

Raffaella Nassisi, con Tredici maggio, ci regala un rosa scoppiettante, moderno, punteggiato da tonnellate di SMS, ironico, scritto con un linguaggio attuale, per raccontarci una storia di oggi ma anche, come sempre quando si parla d’amore, una storia senza tempo.

Il libro è pubblicato in versione e-book da Edizioni esordienti e in versione cartacea da Book sprint edizioni!

Buona lettura!!

Oggi andiamo a scoprire il libro “NOI” di Flavia Pellegrino

Non può credere alle proprie orecchie Chiara, la più piccola di quattro sorelle, quando i suoi genitori, per mettere fine alle loro continue liti famigliari, costringono lei e le sue sorelle a partire per fare una vacanza rilassante tutte e quattro insieme.



Elisa, tranquilla e razionale, è la più grande e matura, ed è l'unica capace di mantenere la pace fra le ragazze. Sabrina è sempre precisa e ordinata, con le idee chiare, ma la testa fra le nuvole; Arianna è solare e spigliata, decisa, risoluta e terribilmente ingenua e Chiara, è atletica e maschiaccia, apparentemente forte eppure piena di insicurezze.

Quattro sorelle e amiche che in una vacanza indimenticabile sulle coste della Sardegna, attraverso nuovi incontri e divertenti avventure, riscopriranno l'importanza dell'amicizia.

La narrazione si svolge dal punto di vista di Chiara che, come un diario di bordo, racconta dal suo punto di vista la vacanza che cambierà la sua vita.



CHI E’ L’AUTRICE?

Flavia Pellegrino è nata a Bari il 12 Agosto del 1987, dove attualmente vive.  Diplomata al Liceo Scientifico, studia Medicina e Chirurgia all'Università degli Studi di Bari. Accanita divoratrice di libri sin dalla tenera età, collabora con recensioni e interviste alla sezione Libri nel sito internet www.pensorosa.it. Iscritta al social network www.Anobii.it ha pubblicato la recensione a “La casa degli Spiriti” di Isabel Allende, nella raccolta di recensioni “Il tarlo della lettura”, edito Rizzoli nel 2008. Sito internet di Noi: http://myblog.pensorosa.it/cartaepenna/noi  (con i link di tutte le interviste e recensioni fatte fino ad ora).

Un grosso in bocca al lupo alla giovane autrice e buona lettura a tutti voi!!!!

“Il quaderno dei ricordi” di Stella Ada Rossetti

L’autrice ci presenta la sua opera: “In questo libro che ho deciso di intitolare Il quaderno dei ricordi. affronto diverse tematiche. In primo piano evince la malattia HIV, non medicalmente parlando ma sotto un aspetto psicologico. Il tutto ambientato nella fascia di età adolescenziale. Perché? Secondo alcune recenti statistiche, la fascia di età per la contrazione di questo virus si è abbassata notevolmente.



In questo libro troviamo quanto sia difficile da parte di un giovane confidarsi con i propri genitori o, viceversa. Perché si sa che per un adolescente il gruppo di appartenenza passa in secondo piano cedendo il suo posto alla cerchia di amici. Infatti, al giovane risulta sicuramente più facile confidarsi con un proprio coetaneo piuttosto che con un proprio familiare.  Troviamo anche l'odio, il rifiuto, se non addirittura l'egoismo dal punto di vista di un adolescente.

Non poteva poi di certo mancare la sfera romantica: le prime cotte, i primi baci e le prime e difficili esperienze sessuali traumatiche che un adolescente vorrebbe dimenticare ma che, al contrario, dovrebbe conservare con molta cura proprio per il semplice fatto che fanno crescere.

 La protagonista di questo romanzo si chiama Angela, ha quindici anni e il suo unico difetto è quello di vivere di sole e stupide illusioni. Vede il mondo tutto a colori, senza neanche una piccola sfumatura di nero. Tutto questo però un brutto giorno cambia. Durante una serata tra amiche, Maria le confida il suo terribile segreto, e cioè quello di aver contratto l'HIV tramite un rapporto non protetto avvenuto tempo addietro con un ragazzo da poco conosciuto.

Questa confidenza, scatena in Angela un sentimento di odio e di rifiuto. Ed è in questo preciso istante che entra in gioco l'egoismo da parte sua. Perché invece di prendere in mano le redini di questa situazione, decide di ignorare quasi completamente l'unica persona di cui fino a quel momento si era interessata e scappa.

Questo, evince quindi quanto noi individui, adulti e giovani non riusciamo a oltrepassare le difficoltà. Piuttosto decidiamo immediatamente di fare un passo indietro o, addirittura scansiamo il problema riportandocelo dietro poi negli anni sempre, comunque e ovunque.

Solo dopo la morte dell'antagonista, Angela comincia a reagire. Questo ci fa capire quanto un aspetto traumatico possa aiutare un ragazzo, ma anche un adulto a crescere e, quindi, a migliorarsi.

Perché ho deciso di intitolarlo “Il quaderno dei ricordi”, anziché “Il diario dei ricordi”? In questo libro non troverete delle date, non è scritto sotto forma di diario e quindi non sono delle memorie. Il titolo nasce dal fatto che Angela scrive sempre nel suo quaderno le proprie impressioni, le sue paure riguardanti il mondo che le circonda. Inconsciamente ho personificato il quaderno. Aspetto particolare questo, perché solitamente la personificazione la ritroviamo all'interno di una collana di poesie e raramente in un romanzo.

E' un libro adatto sia a grandi che a piccini e fa riflettere molto.

CHI E’ L’AUTRICE

Mi chiamo Stella Ada Rossetti, e sono nata a S. M. Capua Vetere il 14 Agosto 1990. Ho scoperto all’età di sedici anni il mio amore per la scrittura grazie a un mio amico. Nella mia testa mi sono sempre fatta dei film sin da quando avevo soli sette anni, forse perché trovavo difficoltà ad approcciarmi con i ragazzi della mia età e, quindi, vivevo le mie tante esperienze nella mia testa. Vivo a San Prisco, un piccolo paese della provincia di Caserta. Amante dell’architettura all’età di quattordici anni ho deciso di mia spontanea volontà di intraprendere gli studi di Grafica Pubblicitaria presso l’istituto E. Mattei  dove mi sono diplomata nel 2010. Per ovvi motivi il romanzo Il quaderno dei ricordi, l’ho scritto in quattro anni, pubblicato da Aletti Editore.


Buona lettura!!

venerdì 17 febbraio 2012

BENZINA QUANTO CI COSTI? E i mezzi pubblici dove sono?

Continuano gli aumenti della benzina. Allora, spiegatemi una cosa: la benzina aumenta, questo potrebbe anche essere positivo, se letto in ottica ambientalista. Si disincentiva l’uso dell’auto, a favore dei mezzi pubblici, con conseguenti benefici per tutti. Meno traffico, uguale meno inquinamento. E va bene.

Poi, però, a causa della crisi, si tagliano fondi al trasporto pubblico e così le compagnie dei bus sono costrette a ridurre personale e, di conseguenza, a effettuare meno corse. I lavoratori che avevano optato per l’uso dell’autobus rimangono un tantino spiazzati.

Se ci sono meno corse, c’è meno probabilità di riuscire ad arrivare sul luogo di lavoro con i mezzi pubblici, ma se uso la macchina, mi “mangio” tutto lo stipendio in benzina. Ora: come ci dobbiamo comportare? Purtroppo, se coloro che stanno seduti sulle poltrone a decidere non lo sanno, la maggior parte delle persone non ha il lavoro sotto casa, ma deve spostarsi e, spesso, anche di parecchi chilometri.

E sempre per “loro” informazione, la maggior parte delle persone ha uno stipendio che o non supera, o supera di poco i mille euro al mese. Se devo togliere le spese per la benzina, ne sparisce già una bella fetta, e poi aggiungiamo le spese per la casa, le eventuali rate del mutuo, ecc.

Ah, già… dimenticavo: quelli che decidono, siano essi di destra, sinistra, centro, tecnici o politici, non hanno di questi problemi perché il loro stipendio è un tantino più elevato…

mercoledì 15 febbraio 2012

Oggi vi presento “MALASTAGIONE”, il libro di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli

Ieri sera ho finito di leggere il libro “Malastagione” di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. Una trama intrigante che appassiona.


Una storia ambientata in un piccolo paese dell’Appennino tosco-emiliano e che parte dall’avvistamento, da parte di Adùmas, un vecchio montanaro, di un cinghiale con un piede umano in bocca.
Quando lo racconta in paese, nessuno gli crede. Anzi, lo prendono tutti per un ubriacone. Solo Marco Gherardini, detto “Poiana”, l’ispettore della Forestale, lo ascolta e decide di indagare.
Nel frattempo, però, scoppia un incendio che distrugge gran parte del bosco e vengono ritrovati due cadaveri. Insomma, una storia dagli intrecci imprevedibili, a cui si aggiunge Francesca, una giovane ragazza dal carattere ‘pepato’, che si è trovata in quello sperduto paesino, in cui si trova la Ca’ Storta, alla quale è particolarmente legata e che, nonostante il suo caratteraccio, si innamora dell’ispettore.
Insomma… un libro tutto da scoprire e da leggere!!
Ve lo consiglio!!!

giovedì 9 febbraio 2012

IL GELO E LA NEVE SULLE BOCCHE DI TUTTI: ma non siamo in inverno?

Emergenza freddo, neve, tormenta in arrivo, ecc… Sono queste le parole che continuiamo a sentire ininterrottamente in questi giorni guardando un tg o a leggere sfogliando qualunque giornale. Non stiamo, forse, esagerando?

D’altronde siamo in inverno… Certo, è stato un inverno anomalo, con temperature in certi periodi, quasi primaverili. Abbiamo trascorso un Natale, che non sembrava tale, con un sole che invitava ad uscire, anziché stare tutti riuniti in famiglia, come chiama la tradizione… Ed è anche vero che questo freddo ci ha colpiti di botto e, soprattutto, pare non debba più finire…

Una situazione pesante, soprattutto per gli anziani che, di questi tempi, non si fidano ad uscire di casa, vuoi per il freddo, vuoi per le strade impraticabili dopo le nevicate; per chi ogni mattina, con qualsiasi condizione atmosferica, deve recarsi al lavoro.

Ma, ripeto, è sempre inverno!

Anziché parlare, non sarebbe ora di fare qualcosa di concreto per migliorare la situazione? Innanzitutto, come ha scritto sul quotidiano La Stampa di oggi (giovedì 9 febbraio) Luca Mercalli “non sappiamo fare tesoro delle previsioni che oggi la scienza ci mette a disposizione”. Con quanto anticipo abbiamo saputo che sarebbe arrivata la neve?

Eppure molti di noi erano ancora senza pneumatici invernali, i Comuni in molte parti d’Italia non sono stati in grado di organizzare al meglio le operazioni di rimozione della neve, ecc. e così eccoci bloccati, indignati, supercritici per tutte le difficoltà e i disagi che sono emersi.

Per non parlare poi dei trasporti… Cosa dire del traffico ferroviario? Siamo nel 2012 e per qualche centimetro di neve (parlo di Cuneo e provincia) quasi tutti i treni sono stati soppressi!! Come è possibile che accadano ancora queste cose? Alla faccia del progresso…

Se ognuno facesse ciò di sua competenza e nei tempi stabiliti, non sarebbe tutto più semplice? Non si affronterebbero meglio le avversità atmosferiche?

In primis noi cittadini: ci sono delle ordinanze, rispettiamole!! Mettiamo i pneumatici invernali o dotiamoci di catene a tempo debito, rimuoviamo la neve davanti ai palazzi nei quali abitiamo, cerchiamo di privilegiare i mezzi pubblici (ovviamente se passano!!!) e se non possiamo fare a meno della macchina, guidiamo con prudenza. 

E poi incrociamo le dita e, soprattutto, speriamo che chi di dovere pulisca le strade come si deve e che venga rimossa la neve dai parcheggi, magari non dopo un mese dalla nevicata!!!

In ogni caso smettiamo di fare sempre e comunque le vittime… per un po’ di neve!!! Un tempo ci raccontavano che nevicava molto di più, un tempo le previsioni meteo non esistevano, o non erano precise come oggi, un tempo la gente d’inverno viaggiava con la pala in mano e non si faceva problemi ad utilizzarla, un tempo la gente non era istruita come oggi, ma sicuramente più saggia!!

Insomma, siamo in inverno! Pensate nevicasse d’estate!!!

mercoledì 8 febbraio 2012

“ROBA DA MATTI” di Antonio Giordano

Oggi vi presento un libro davvero “particolare” e “curioso”… Si intitola “Roba da matti. Dio, la Morte ed il Diavolo: monologhi dei massimi sistemi ” e l’autore è Antonio Giordano.


“Un libro assolutamente originale, di genere atipico, a metà strada tra l'opera teatrale, il trattato filosofico, il saggio introspettivo, il resoconto autobiografico e il testo esoterico. Un libro"maledetto" che non avrebbe dovuto essere scritto e pubblicato, che non dovrebbe essere letto. Se siete in cerca di verità, leggetelo avidamente: troverete, forse, la risposta ai vostri interrogativi; troverete, anzi, più risposte e contraddittorie. Se ritenete, invece, di avere delle solide certezze, non sfogliatelo nemmeno, per non subire il suo nefasto influsso: le vostre sicurezze potrebbero fare una ben misera fine”.

Vi ha incuriosito abbastanza? Allora leggetelo!!! E’ pubblicato su ilmiolibro.kataweb.it

martedì 7 febbraio 2012

“BAMBOCCIONI”, “SFIGATI” O “MONOTONI”? Chissà dove andremo a finire!!



Chissà dove andremo a finire… Destra, sinistra, centro? Che differenza fa… Si promette, si parla a vanvera… ma la vita vera è ben altra!!

Il posto fisso è monotono? Può essere, ma solo chi non ce l’ha (e sono davvero in molti), sa cosa significa.

“Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà, ma il mondo sta cambiando”. Queste sono le parole del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. In poche parole, chi lavora e vive ancora con i genitori è un “mammone” o “bamboccione”, come dir si voglia.

Dopo queste affermazioni, la sola cosa che mi viene da pensare è che chi è al potere, parla perché non sa cosa significhi oggi vivere. E’ facile parlare quando ogni mese si ha uno stipendio superelevato, quando i propri figli ricoprono cariche prestigiose, senza aver dovuto fare la “gavetta”, quando gli spostamenti per andare al lavoro sono pagati, ecc.

Allora chi se ne importa se aumenta la benzina, se le fabbriche sono costrette a chiudere, se l’affitto della casa è alto, e così via… Come si può pensare che i giovani -  a meno che non abbiano le spalle coperte – possano andare a vivere da soli, o mettere su casa con gli affitti di oggi?

Una persona che guadagna sui mille euro al mese, e deve pagare affitto, luce, acqua, gas, ecc., come fa a vivere degnamente se non ha un “aiuto esterno”? Immaginiamoci chi non ha un posto fisso. Come si può pensare di metter su casa, anche accendendo un mutuo, se non si ha la certezza di uno stipendio…

I giovani di oggi sono volenterosi, solo che non sanno dove andare a sbattere la testa!! Chi si è appena laureato (prima dei 28 anni, s’intende!), cerca di entrare nel mondo del lavoro.

Ora, anche qui è una bella impresa. Intanto perché oggi come oggi, quelli che assumono sono rimasti davvero in pochi, e poi tutti cercano persone con almeno “due o tre anni di esperienza”. Ma dico io, come si fa ad avere esperienza, se non si lavora????

E’ anche vero che anziché piangersi addosso, occorre rimboccarsi le maniche e, magari, anche se laureati, accontentarsi di qualsiasi posto, anche se non rientra nei nostri sogni o desideri, ma MAI e dico MAI, smettere di sperare in un miglioramento.

Insomma… queste sono solo alcune riflessioni su questa Italia che sta andando a scatafascio. Il motivo? Non fanno altro che colpevolizzarsi a vicenda…

BASTAAAAAA!!! DATEVI E DIAMOCI DA FARE!!