... "Atterrarono all'aeroporto di Bamako. Noemi si guardò intorno e si impressionò nel vedere ciò che li circondava. Il nulla. Quel giorno faceva un caldo torrido, faticava quasi a respirare. Per loro, però, il viaggio non era ancora terminato. Dovevano, infatti, recarsi a Ségou, che si trovava nella parte centromeridionale del paese.
Riuscirono a convincere un uomo del posto, un certo Thièrry, a portarli a destinazione con il pulmino che aveva a disposizione. Noemi gli spiegò in francese dove dovevano andare e perché fossero arrivati in Mali.
Dopo qualche esitazione, l'uomo acconsentì e, caricate le valige sul retro del pulmino, li fece salire e partirono. Il viaggio sarebbe durato almeno due ore, viste le strade poco praticabili.
Appena si misero in moto, Noemi si rese conto della desolazione che li circondava. Come era possibile vivere in un posto come quello? Così secco, caldo, povero? Fu distolta da quei pensieri quando Thièrry, concentrato sulla guida, non riuscì a evitare una grossa buca. Noemi sbattè la testa contro il vetro e Marco quasi cadde dal sedile. L'uomo non fece una piega. Era abituato a percorrere quelle strade così dissestate ed era normale che il mezzo subisse tutti quegli scossoni".
(da Il sorriso innocente dell'amore)
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lunedì 29 aprile 2013
sabato 27 aprile 2013
JESSICA E LA MANCANZA DI AFFETTO
Jessica crebbe, dunque,
tra mille difficoltà… Anche perché non tardarono ad arrivare le prime botte, le
urla, le critiche continue da parte di suo padre. Quando tornava a casa dal bar
ubriaco, Jessica già sapeva che ogni cosa che avrebbe fatto sarebbe stata
soggetta a lamentele. I maltrattamenti, spesso anche violenti, divennero ben
presto quotidianità.
Intanto lei cresceva.
Era una ragazza timida, chiusa e solitaria. Anche a scuola ebbe molte
difficoltà a farsi delle amicizie. Si sentiva diversa da tutte le altre. Le sue
compagne erano sempre allegre e sorridenti. Lei, al contrario, se ne stava
seduta al suo posto senza dar fastidio a nessuno. Interveniva se era
interpellata, per il resto se ne stava in disparte.
C’era Giulia, la sua
vicina di banco, che cercava di parlarle il più possibile. La vedeva triste e
voleva fare qualcosa per aiutarla. A volte le chiedeva di andare a casa
sua il pomeriggio per fare i compiti insieme.
Jessica, dopo tante
insistenze, si fece coraggio e chiese al padre il permesso. Luigi glielo
concesse senza problemi, purché tornasse a casa in tempo per preparare la cena.
Quei pomeriggi che
trascorreva da Giulia erano davvero piacevoli. Sua mamma si dimostrava sempre
molto premurosa nei suoi confronti e, sapendo da voci che circolavano in paese
come era la situazione di Jessica a casa, ogni volta le preparava dei
contenitori con del cibo già pronto, solo più da fare riscaldare. Lei accettava
volentieri, anche se non sapeva come ricambiare quel favore.
Con Giulia riuscì a
legare abbastanza, ma non confidava tutto. Aveva imparato a tenere per lei il
dolore, la tristezza e la solitudine che provava quando era con suo padre.
Invidiava molto la sua compagna. Prima di tutto perché lei aveva una madre con
la quale confidarsi e poi i suoi genitori erano fantastici. Quella casa era
piena di affetto, gioia e allegria… Lei, purtroppo, quella fortuna non l’aveva
avuta…
giovedì 25 aprile 2013
JESSICA: UNA PICCOLA BAMBINA GIA’ GRANDE
Oggi voglio parlarvi di
Jessica, questa giovane ragazza che, nonostante l’età, è dovuta crescere in
fretta e in solitudine. Già… perché purtroppo è il risultato di un “errore” dei
suoi genitori… Non ha mai ricevuto l’affetto che ogni piccola creatura
meriterebbe, anzi, all’età di tre anni la madre ha deciso di andarsene e ricominciare
una nuova vita, lasciandola in balia del padre, il quale ha cercato in tutti i
modi di trasmetterle un po’ di affetto, ma non è riuscito nell’intento in
quanto è stato lui il primo a essersi sentito abbandonato e così ha cercato
consolazione nell’alcool.
Questo, chi ha letto
“Il sole ora splende” già lo sa… Ciò che non sapete, però, è che in realtà
anche Luigi ha cercato di “sbarazzarsi” della piccola Jessica. Non appena
rimasto solo, infatti, si è subito recato all’orfanotrofio più vicino per
liberarsi di questo peso, ma lì non hanno accettato la sua richiesta e hanno
cercato in tutti i modi di convincerlo a crescere sua figlia con tutto l’amore
possibile.
Dopo tutti i colloqui
avuti, Luigi si è sentito in colpa solo per aver pensato di abbandonarla e
così, per un periodo, si è rimboccato le maniche e ha cercato di essere un vero
padre, affettuoso e attento alle esigenze di Jessica.
E questo compito, per
lui difficilissimo, in realtà gli riusciva anche bene. La portava al parco
giochi, la coinvolgeva nei piccoli lavoretti che svolgeva a casa facendola
sentire importante, e la piccola stava bene.
Peccato, però, che questo periodo magico è durato poco… Dopo qualche mese, infatti, Luigi si è
stufato. Ha iniziato a lasciarla sempre più spesso a casa da sola, nonostante
l’età, e a passare sempre più tempo al bar.
A Jessica, così, non è
rimasto altro che darsi da fare e diventare la donna di casa. A soli sei anni
era già in grado di occuparsi, per quanto possibile, del pranzo e della cena.
Era piccola ma, in cuor suo, già sapeva che era lei a doversi prendere cura di
suo padre e non viceversa, come la normalità avrebbe richiesto.
CONTINUA…
mercoledì 24 aprile 2013
QUALCHE CURIOSITA' SU LORENZO: SECONDA PARTE
Da lì a fare conoscenza
il passo fu breve. Lorenzo iniziò a parlarle durante l’intervallo e poi la
invitò a trascorrere un pomeriggio al parco. Fu qui che scappò il primo bacio.
Lorenzo non si era mai innamorato prima d’ora e quel bacio lo segnò
profondamente. Sentì una strana sensazione allo stomaco e la voglia di
trascorrere ogni istante con lei.
Ben presto, però, capì
che il suo trasporto nei confronti di Lucia non era ricambiato con la sua
stessa enfasi. Pareva infatti che lei stesse con lui solo per compiacergli.
Eppure quando le chiedeva se era innamorata lei lo guardava con due occhi così
dolci che lo facevano sciogliere, e ogni dubbio svaniva all’istante.
Successe dopo circa tre
mesi. Lorenzo era uscito dall’aula tra una lezione e l’altra per andare in
bagno. Passò davanti all’aula di Lucia. Era quasi intenzionato a farle un
saluto veloce, ma ciò che sentì gli gelò il sangue.
“Che vi avevo detto
ragazze? E’ innamorato pazzo di me!!! Ora posso dire di aver vinto alla grande
la scommessa… Sono tre mesi che ci esco insieme e che devo sorbirmi le sue
sdolcinate… Non ne posso più!!! Domani lo mollo!! Bello è bello, non c’è che
dire… ma lo sapete come sono fatta io… Le storie serie non fanno per me, e
questo fa sul serio!! Il secondo giorno che ci conoscevamo voleva già
presentarmi ai suoi!!!!".
Lorenzo non volle
sentire più nulla e andò in bagno. Qui si rinfrescò la faccia e cercò di
riordinare i pensieri. Ora gli era tutto chiaro. Ecco perché Lucia gli sembrava
sempre un tantino fredda e impostata. Non era innamorata, semplicemente aveva
scommesso che sarebbe riuscita a farlo cadere ai suoi piedi! Non poteva essere
vero…
Il giorno dopo si
videro al parco, come era ormai consuetudine. Prima ancora che Lucia aprisse
bocca, lui sbottò. “Così tu mi hai usata? Hai voluto far vedere a tutti quanto
sei bella e brava a far cadere gli stupidi come me ai tuoi piedi… Bene, ora che
ci sei riuscita sei soddisfatta?? Sai cosa ti dico? Io sarò stupido, ma ero
innamorato veramente. Tu, invece, sei vuota dentro.. Dove sono i valori? Credi
in qualcosa, oltre all’apparire sempre e comunque? Ora vattene, non voglio più
sentirti e tanto meno vederti”.
Lucia non seppe replicare.
Non dovette neanche sforzarsi di lasciarlo. Da quel giorno, però, Lorenzo
divenne triste e passava molto tempo solo. Neanche il suo migliore amico
riusciva a spronarlo. Ancora una volta il suo nome aveva prevalso. Quando
sarebbe finita questa storia?
martedì 23 aprile 2013
QUALCHE CURIOSITA’ SU LORENZO: PRIMA PARTE
Lorenzo, uno dei
protagonisti del romanzo “Il sorriso innocente dell’amore” è un noto avvocato
di Milano che sta portando avanti la professione di famiglia. Da quando è
venuto al mondo si sapeva che sarebbe stata quella la sua strada. I suoi
genitori sono sempre stati orgogliosi di lui, sin da quando era piccolo, e lui
si è sempre sentito in dovere di non deluderli.
A scuola era uno
studente modello. Aveva molti amici, ma solo con un paio di loro si sentiva
veramente affiatato. Tutti gli altri sembrava volessero solo approfittare del
suo nome. E proprio il suo nome a lui pesava molto.
Lorenzo voleva solo
essere accettato per come era, per la sua simpatia, per la sua personalità.
Insomma… per i suoi pregi e i suoi difetti, ma non soltanto perché “era figlio
di…”.
Questo per lui fu un
problema anche quando conobbe l’amore. La sua prima ragazza si chiamava Lucia.
Era bella, molto appariscente, forse troppo, e – come Lorenzo avrà modo di
scoprire dopo qualche tempo – aveva scommesso con le sue amiche che sarebbe
riuscita a far innamorare il ragazzo più ricco della scuola.
Ogni giorno si
appostava vicino alla macchinetta del caffè che si trovava lungo il corridoio,
proprio vicino alla classe di Lorenzo. Appena suonava la campanella che
preannunciava l’intervallo, lei era lì.
Lorenzo era solito
uscire dall’aula e recarsi a prendere un the caldo. Lei lo osservava con un
sorriso seducente. Inizialmente lui non ci fece troppo caso. Sapeva di essere
un bel ragazzo e spesso gli capitava di avere gli sguardi delle ragazze
addosso. Fu un suo compagno a farglielo notare. “Hai visto come ti guarda
quella? Secondo me è innamorata persa di te”.
Così anche lui iniziò
ad osservarla e a ricambiare lo sguardo. In effetti… non era niente male.
CONTINUA….
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