Oggi vi presento un libro davvero speciale, di una scrittrice - Monica Pasero - che abita nelle mie zone. E di questo sono molto felice. Dalla presentazione che leggerete sotto, capirete la sua sensibilità e profondità d'animo.
"Un baule riporta alla luce, insieme ad abiti, libri scolastici e giocattoli polverosi, un vecchio diario. Rileggendolo una giovane donna ritornerà agli anni della sua infanzia: la scuola, le prime cotte, le inseparabili amichette; e poi a quelli dell'adolescenza: gli scontri con i genitori e la lotta per la scelta del proprio futuro. Ogni pagina è un viaggio nel passato nel quale la figura predominante e fondamentale è l'anziana nonna, con la sua saggezza, il suo affetto e, nonostante la differenza di età, la sua inesauribile capacità di comprensione".
CHI E’ L’AUTRICE?
Mi chiamo Monica Pasero, ho 39 anni, sono cresciuta a Dronero un caratteristico paesino montano nella provincia di Cuneo. Da piccola ero molto timida e non parlavo quasi mai con nessuno, amavo la solitudine però ero sempre con la testa fra le nuvole e mi dilettavo ad inventare, ma alla fine non concludevo
mai nulla. Almeno, però, ci provavo. Pensavo che sarei diventata una scienziata, così non è stato e sono diventata semplicemente mamma e moglie. Ho frequentato la scuola fino alla terza media inferiore poi sono andata a lavorare in una fabbrica di Falci, attrezzi agricoli. E’ stato l’anno più duro e difficile della mia vita. Ero piccola. A 14 anni non era facile rapportarsi con persone grandi, che ti rimproveravano se non facevi bene il lavoro, ma per fortuna c’erano anche tante persone buone che mi hanno aiutata. In seguito ho lavorato in una fabbrica che costruiva ruote per le biciclette: lì mi sono trovata bene, è stata una famiglia per me. A 17 anni ho conosciuto mio marito e a 19 anni mi sono sposata. “E come diceva sempre mia nonna” è il mio primo libro.
“Alcuni anni fa è morta una delle persone più importanti della mia vita: mia nonna. Lei era una donna speciale, una donna che ha lottato sempre. La sua vita non è stata facile, ma anche quando il dolore si faceva sentire e i passi diventavano più lenti, non perdeva mai il sorriso.
Quando il signore se l’è portata via, non sono riuscita a trovare un modo per convivere con questo lutto. Il dolore era talmente forte che mi sono bloccata. Neanche le lacrime riuscivano ad uscire. Poi un giorno, una penna in mano e un foglio bianco, hanno fatto la magia e come il colore su una tela i miei pensieri hanno preso vita.
Ogni volta che mi affiorava un ricordo, subito un altro bussava alla porta del cuore e così le righe son diventate pagine. Mi ricordo molte serate con mia sorella a rileggerle insieme, divertendoci a ricordare quanto fosse bello stare insieme a lei…
Ne ho scritte una trentina di queste pagine, poi si sa, nella vita i problemi sono tanti e non c’è il tempo necessario per creare un sogno, così i miei pensieri li ho gettati in fondo al cuore e le mie pagine in fondo a un cassetto.
Un anno dopo ho rivisto una mia cara amica di Firenze. Parlando insieme a lei e a suo marito Luciano è uscito il mio sogno. Luciano mi ha detto di non rinunciare e di andare avanti!
Alcuni giorni dopo il mio ritorno a Dronero, Luciano s’è ammalato gravemente. Questo mi ha convinto a seguire il suo consiglio. La vita è troppo breve e i sogni vanno coltivati se no non sbocceranno mai.
Ho comprato un computer e lì con tanta fatica, credetemi, perché non avevo idea di come funzionasse, ho ripreso a scrivere. Le 30 pagine sono cresciute pian piano fin a raccogliere una parte importante della mia vita.
Nel libro molti fatti sono realmente accaduti, altri sono frutto della mia fantasia, ma tra quelle righe resta palpabile l’amore che avevo e ho tuttora per mia nonna, la vera protagonista del libro. Non camminava, ma con i suoi pensieri si poteva volare e con lei si arrivava ovunque. Quante risate mi sono fatta: lei mi ha fatto da mamma, da amica e anche da nonna a volte.
Era speciale. Se c’era un problema lei era il mio faro nella nebbia e quando salivo le vecchie scale in pietra che portavano alla sua porta la trovavo lì, sempre lì, ad aspettare. Ogni volta che qualcosa mi assillava, sapevo dove andare. Bastava aprire quella porta e un sorriso illuminava la stanza, e si respirava serenità.
Per tanti anni entrando in casa, su una vecchia seggiola l’ho trovata. Ora non c’è più su quella seggiola, e come dico nel libro, è in prima fila sulle nuvole, accanto al buon Dio.
Oggi tutto quello che sono lo devo a lei e a ciò che mi ha insegnato. Spero di condividere con voi questo mio lavoro e che susciti emozioni in chi lo leggerà. Io penso che se mia nonna oggi fosse qui, anzi senz’altro c’è , mi direbbe di seguire la mia strada e di non preoccuparmi dei giudizi che avrò.
Io non sono così coraggiosa, ma la vita in questi anni mi ha insegnato che bisogna rincorrere i propri sogni e tentare di realizzarli a costo di fallire. Ora che ho finito di scrivere il libro, mi sono sentita svuotata, come se lei fossa morta solo adesso.
Scrivere per me è stato terapeutico e consiglio a tutti di provarci: ti aiuta a staccare, a nasconderti nel tuo mondo e lasciare fuori almeno per un po’ i problemi di tutti i giorni.
Vorrei concludere dicendo che questo libro non l’ho scritto da sola e di questo ne sono certa, la sua vecchia mano ha guidato la mia e insieme abbiamo scritto la parola “fine”. Grazie a mia nonna ho scoperto il piacere di scrivere e di dipingere le mie emozioni, i mie stati d’animo su carta.
Ecco io sono una donna come tante altre, con tanti difetti e qualche pregio: mi piace ridere, amo la compagnia e amo poter aiutare gli altri. La vita mi ha insegnato molto dandomi prove non sempre facili nel mio percorso. A 19 anni mi sono sposata con Dario e dopo 4 anni è nato il nostro primo figlio Abele ed in seguito la nostra piccola di casa: Emily. I mie bambini sono, come amo definirli io, diversamente speciali, sono bambini che in questi anni hanno affrontato molti ostacoli e la loro vita anche in futuro non sarà facile, anche se lo shock è stato tanto e per i miei 23 anni, dopo un po’ di confusione mi sono fatta forza e sono cresciuta con loro,.
I mie bambini mi hanno dato tanto coraggio e una forza da me inaspettata: da qui ho lottato con loro per dargli una vita più serena possibile e tutti i sacrifici sono diventati dei bei frutti maturi, perciò chiunque di voi abbia figli speciali non si arrenda mai, ma lotti per loro perché le soddisfazioni saranno tante.
Ora sono un po’ più grandi e cosi ho iniziato a ritagliare piccoli spazi per me, così quando posso scrivo….. almeno ci provo. La mia carriera come pseudo scrittrice doveva finire con il mio primo libro, ne ero certa. Poi dopo qualche mese mi mancava tanto non poter scrivere e così ho riacceso word e, dopo un episodio avvenuto alcuni giorni prima, mi sono inventata una storia.
Mio figlio aveva preso un brutto voto di storia, mio figlio non studia da solo: diciamo che io studio e lui ascolta e così ero arrabbiatissima perché avevamo passato giornate intere dietro a quel capitolo. Ho pensato di raccontare la vita di un bambino che odia la storia e per uno scherzo del destino farà un lungo viaggio ripercorrendo i fatti più salienti della storia, conoscendo i personaggi che hanno reso possibile i grandi eventi ed offerto a noi tutti un mondo migliore lottando per i loro ideali, non arrendendosi mai, andando contro tutto e tutti per portare avanti i ciò in cui credevano. Questo libro si intitola “Lungo viaggio verso il ritorno”.