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martedì 27 marzo 2012

“LA SELEZIONE COLPEVOLE” e “CONSUMANDO I GIORNI CON SGUARDI DIVERSI” di Andrea Leonelli

L’autore Andrea Leonelli ci presenta due sue opere delle quali ci dà anche un assaggio!! Leggete!!

La selezione colpevole



“Quella che state per leggere è una raccolta dei miei scritti, che magari alcuni potranno non gradire. I don't care. Per me sono importanti significano qualcosa, sono attimi della mia vita, messi con parole “armonicamente dolenti”.

Molte composizioni le troverete allucinate e oniriche, altre forse solo amare e brucianti. Sono così per me, amare, tristi, depresse e nichiliste.

Non credo attualmente ci sia molto da rallegrarsi, e questo si riflette nella mia visione delle cose, sostanzialmente depressa.

Sarà per il lavoro che faccio, che mi mette ogni giorno in contatto con la sofferenza, col dolore anche fisico; a volte, spesso con sensazioni di inutilità e impotenza, che quotidianamente vengono a pesare sul mio animo.

Mi vengono anche da pormi domande di carattere etico/religioso, alle quali difficilmente trovo una risposta, ma lasciano il vuoto dell'assenza della stessa.

Vi sottopongo quindi queste mie “lucide follie”, sperando in un vostro riscontro/commento. Spero altresì di non rovinarvi troppo la giornata. Enjoy!

Da bereDille
Che da bere
da un po'
c'è un bicchiere
di Noi


Depressionetrovo qualcosa di strano nel tuo mummificare la vita.
nel tuo avvolgerla in bende, cospergerla di cenere
i tuoi sorrisi sono ghigni di teschi
le tue carezze graffi d’artiglio.
dove passi decomponi ciò che ti circonda
ciò che guardi marcisce
dai tuoi lombi putrescenti nasce la morte
generi distruzione e malattia
partorisci solitudine
non bruci di fuoco purificatore
ma di acido
la nebbia che ti circonda è tossica
un tuo bacio letale
perché hai scelto me come tuo compagno?
per far strada al tuo corteo
per far portare a me il peso delle tua azioni
esso grava su me, mentre tu danzi sul mondo

Per il booktrailer de “La selezione colpevole” cliccate QUI.


Consumando i giorni con sguardi diversi



Presentazione di Irma Panova Maino

La poesia di Andrea Leonelli tende sempre a portare il lettore a immergersi nell’intricato dedalo dei sentimenti umani, portando alla superficie le insoddisfazioni, le ansie, il disagio mutevole dovuto ai tempi in cui viviamo.

Ritroviamo in questo libro il passaggio naturale dalla precedente opera, in cui avevamo lasciato il dolore e la depressione per un pizzico di speranza, la stessa che appare in questo nuovo capitolo della vita di Andrea.

Una speranza che ancora una volta non si sofferma sul vivere quotidiano e non rimane a languire nelle pagine dello scritto, ma vola via verso un futuro che potrebbe non essere così lontano. Tuttavia persiste in sottofondo l’insicurezza dell’essere umano, della creatura che ancora una volta è piccola e insignificante verso l’universo, ancora aggrappata al proprio soffrire e incapace di andare oltre ai confini che ha costruito intorno a se stesso.

Andrea riesce in poche righe a coinvolgere, a rendere vivide le parole, creando un quadro di immagini che risultano chiare e intense, senza mai stancare e senza mai ripetersi. Il lavoro che egli ha fatto non è casuale, ma il risultato di un’attenta ricerca dei termini e dei sinonimi che meglio avrebbero dipinto il suo pensiero, quindi non sempre facilmente comprensibile per i temi trattati. Ciò nonostante, nel suo insieme, la poesia dona sensazioni che rendono questo libro un piccolo tesoro da custodire, magari sul comodino, per quegli attimi in cui la realtà pare troppo cruda e impietosa.


A piediA piedi
nudi
Su asfalto
Bollente
Ripetendo
Un passo
Di dolore
dopo l'altro
Un lungo nastro
Dritto monotono uguale piatto
Potenzialmente infinito
In entrambe le direzioni
Inutile scegliere
Segui inutilmente dove puntano
I tuoi occhi
Ormai vuoti di significati
Specchi piatti di un niente interiore
Che riflette il niente attorno
La bocca che non ha neanche più
Un'inutile beffarda saccente linea amara
Il cuore che batte per inerzia
Lo stesso motivo per cui continui a camminare
In questa fastidiosa luminosità
Accecante abbagliante ustionante e urticante
Lo stomaco che ha smesso d'essere nauseato
L'impotente inutilità d'essere
Un punto in un infinito niente


Parte di tutto vivendo come io vivo
fra paralleli e fiumi in piena
nella folto del deserto o nel bianco candido del mare
solo schiuma e ciarpame
passaggi di luce, di stile
tunnel e gallerie, caverne oscure
rifugio o minaccia
il buio dentro, paure, dolori, vendette incompiute
stelle artificiali accese da un bottone
quote corrisposte, lettere spedite
cose fatte e doveri ancora da compiere
tempo trascorso in battiti di ciglia
onde del mare o altri sinusoidi
si susseguono continue
inesorabili come una maledizione che cade sul capo
allora scorro sulle rocce, ruscellandomi e
abradendomi
scarnifico le brutture
ma per rimanere puro perdo parte di me
e mi rattristo e sgocciolo dolore dagli occhi, dalle
mani, dalle vene
mi svuoto e resta un guscio
perso per il mondo senza memoria né storia
senza origine né futuro
senza passione senza gioia
mi sbriciolo in polvere leggera

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