L’aria era gelida e i
primi fiocchi di neve iniziavano a fare capolino. Prese la carretta, la riempì
di legna, la spostò sotto il porticato e la svuotò, cercando di mettere ogni
pezzo in ordine. Proseguì così per due ore.
Non sentiva più le mani. Tremava come
una foglia e la neve continuava a scendere sempre più copiosa. Verso
mezzogiorno decise di fermarsi. Entrò in casa, suo padre non c’era e
probabilmente non sarebbe tornato per tutto il giorno. Cercò di scaldarsi,
invano.
Mangiò una minestrina bollente e questo le permise di riprendere un po’
di colore. Poi prese un’aspirina e, prima che le forze venissero meno, tornò al
suo lavoro. Era stanca, debole, e il mucchio di legna sembrava non diminuire
mai. Oltretutto si era messo a nevicare seriamente.
Con fatica riprese il suo
ritmo. A un certo punto, però, si rese conto che le si stava oscurando la vista
e, senza nemmeno accorgersene, cadde a terra, in mezzo al cortile.
Da “Il sole ora splende”
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