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martedì 28 maggio 2013

UN SALTO NEL BUIO



Mi affaccio alla finestra. La giornata è uggiosa. Fuori soffia un vento freddo che ti entra nelle ossa e ti fa rabbrividire e piove. E’ già tutta la notte che piove e non ci sono ancora segni di miglioramento. 


Dalle previsioni, pare che l’ondata di maltempo che ci ha colpiti durerà ancora qualche giorno. Però… che tristezza. 

Questo posto dove vivo è magico. Immerso nel verde e nella natura. Ma è pazzesco come si trasformi con il brutto tempo, in un luogo triste, grigio. 

Sono chiusa in casa al caldo e penso a ciò che è stato. Sono assalita dai ricordi di una vita che ormai non mi appartiene più. Sono scappata da un’esistenza che non mi apparteneva più. Ero diventata un’estranea persino a me stessa. 

Per fortuna, però, ogni tanto qualcosa si smuove e per me era giunto il momento di decidere cosa fare della mia vita. Continuare come avevo sempre fatto, oppure voltare pagina, fare un salto nel buio, e ricominciare da capo. Io ho scelto quest’ultima opportunità. 

Non è stato semplice. Sono molto abitudinaria e mi spaventano i cambiamenti, ma in quel caso non ho potuto farne a meno. Volevo vivere, respirare. E ho scelto.

... (Inedito) 

Elvira Tonelli

mercoledì 22 maggio 2013

IL SORRISO INNOCENTE DELL'AMORE: LA SPOSA

Quando Noemi scese dalla macchina, tutti rimasero senza fiato. Era uno splendore. L'abito che indossava era color panna, semplicissimo, e le segnava il bellissimo fisico che aveva.


Era un vestito senza maniche con un leggero strascico e un coprispalla a completare il tutto. Noemi era davvero splendida. Magra e alta con capelli castano chiaro lunghi fino a metà schiena, per l'occasione raccolti in una acconciatura che le metteva in risalto il viso e i bellissimi occhi verde acqua.

Si limità a sorridere a tutti gli invitati e a coloro che si complimentavano per così tanta bellezza. A braccetto del padre si avviò lungo il vialetto.

da Il sorriso innocente dell'amore

martedì 21 maggio 2013

LA VITA OLTRE IL SOGNO



I raggi di sole penetrano indisturbati tra le persiane delle finestre e io, ancora assonnata, mi lascio accarezzare dal loro calore. 


Il loro abbraccio mi riempie di buonumore e la giornata si preannuncia fantastica. Mi alzo, spalanco la finestra, per respirare a pieni polmoni l’aria primaverile… 

Nel cielo non una nuvola. L’azzurro che accoglie il mio sguardo è di un intenso fantastico. Mi preparo una buona e sostanziosa colazione, dopodiché esco. 

Da quando vivo qui il tempo sembra essersi fermato. Nessun rumore di auto, di clacson impazziti, nessuna frenesia… Qui a scandire il tempo c’è solo la natura.

lunedì 20 maggio 2013

L’ELEGANZA SOPRAFFINA



Dopo qualche minuto di attesa, iniziarono a sentirsi in lontananza i clacson delle macchine che annunciavano l’arrivo della sposa. A quel punto iniziarono ad avanzare verso l’altare. L’auto della sposa si fermò in fondo al viale. 


Parenti e amici parcheggiarono e si incamminarono verso la chiesa, preceduti da Lucia, la mamma di Noemi. Era una distinta signora, di circa sessant’anni che, quel giorno, indossava un tailleur blu cobalto. I capelli erano raccolti in un elegante chignon. Gli occhi lucidi lasciavano trapelare la tanta emozione che in quel momento provava. 

La sua unica figlia stava per lasciare il nido! Era davvero contenta e orgogliosa. Lei e suo marito avevano fatto molti sacrifici per non farle mancare nulla e Noemi era cresciuta con un forte senso di responsabilità sin da piccola. 

Lei aveva lavorato come sarta in un piccolo laboratorio non molto lontano dalla loro abitazione e poi, con la nascita della figlia, si era messa a confezionare abiti e a fare riparazioni da casa, in modo da poter seguire la sua famiglia nel miglior modo possibile. E il lavoro non le era mai mancato, anzi… 

Spesso le capitava di restare sveglia anche di notte per riuscire a consegnare in tempo gli indumenti. Ora che era in pensione, si limitava a rammendare e a fare piccoli lavoretti per le amiche.

 Il suo ultimo capolavoro era stato il vestito che aveva confezionato per quel giorno a sua figlia.

venerdì 17 maggio 2013

LA SPERANZA DELLA VITA



Il tuo sguardo mi illumina di gioia infinita, la tua innocenza mi abbraccia di tenerezza, le tue piccole mani mi sfiorano di dolcezza e il tuo respiro mi inonda di vita. 



Perché tu sei la vita che avanza, la nuova linfa di questa esistenza, la bellezza di questo mondo ormai sfinito. 

Tu porti la speranza che una realtà pulita, trasparente, limpida sia ancora possibile.
Sei l’oggi, il domani, il per sempre. 

Sei la vita!!

Elvira

mercoledì 15 maggio 2013

L'ATTESA E LA SORPRESA

Nonostante la vita frenetica che entrambi conducevano, i giorni che seguirono furono tranquilli. Insomma, era ritornato l'idillio che li aveva accompagnati nei primi tempi del matrimonio.



Una mattina Noemi si svegliò presto. Doveva prendere servizio alle sei. Si sentiva un po' strana, ma non ci fece troppo caso. Una volta raggiunto l'ospedale, iniziò il giro di visite insieme al dottore di turno.

A un certo punto, però, fu costretta a chiedere una pausa. Le girava la testa e aveva una sensazione di nausea. Andò in bagno, si rinfrescò la faccia e, come se niente fosse, ritornò in pista. Il medico ogni tanto le lanciava un'occhiata.

da Il sorriso innocente dell'amore

giovedì 9 maggio 2013

LA DURA VITA DI JESSICA



L’aria era gelida e i primi fiocchi di neve iniziavano a fare capolino. Prese la carretta, la riempì di legna, la spostò sotto il porticato e la svuotò, cercando di mettere ogni pezzo in ordine. Proseguì così per due ore. 



Non sentiva più le mani. Tremava come una foglia e la neve continuava a scendere sempre più copiosa. Verso mezzogiorno decise di fermarsi. Entrò in casa, suo padre non c’era e probabilmente non sarebbe tornato per tutto il giorno. Cercò di scaldarsi, invano. 

Mangiò una minestrina bollente e questo le permise di riprendere un po’ di colore. Poi prese un’aspirina e, prima che le forze venissero meno, tornò al suo lavoro. Era stanca, debole, e il mucchio di legna sembrava non diminuire mai. Oltretutto si era messo a nevicare seriamente. 

Con fatica riprese il suo ritmo. A un certo punto, però, si rese conto che le si stava oscurando la vista e, senza nemmeno accorgersene, cadde a terra, in mezzo al cortile.

Da “Il sole ora splende”