Sono seduta sulla spiaggia in
questa giornata fresca di primavera. E’ presto. Non sono ancora le otto del
mattino e non vedo nessuno, se non un uomo con un cane al guinzaglio che passeggia
in lontananza.
Il cielo è di mille colori: l’azzurro
intenso si mescola con il grigio delle nuvole all’orizzonte e l’arancione-giallo
del sole che sta per sorgere. C’è una leggera brezza che spettina i miei capelli,
provocandomi vibrazioni di piacere in tutto il corpo.
Sono venuta qui per riflettere
sulla vita. Sì, proprio così. Su quanto sia nello stesso tempo stupenda e
spaventosa, misteriosa e affascinante, banale e imprevedibile.
Lo ammetto, ogni tanto penso al
dopo, alla morte, una parola che mi fa paura e mi provoca brividi di freddo.
Lasciare tutto ciò che è stato, che abbiamo creato, che abbiamo conquistato con
le nostre forze, le persone che amiamo e a cui vogliamo bene, gli oggetti che
ci appartengono e ai quali attribuiamo un valore anche solo affettivo.
Penso a quante cose diamo per
scontate: partire il mattino, rientrare la sera, per esempio. E’ sufficiente
sfogliare un qualunque giornale per rendersi conto che gli eventi accadono all’improvviso,
senza avvisarci, senza dare il tempo di prepararci. E’ così e basta. Non c’è
spiegazione, solo accettazione.
Con la mano raccolgo una manciata
di sabbia. Siamo proprio così noi esseri umani: granelli di sabbia in balìa del
vento. Eppure non si può vivere solo di paure, perché la paura ci frena,
impedisce di lasciarci andare, di esprimerci con tutta l’energia che il nostro
corpo è in grado di sprigionare.
Allora capisco che bisogna vivere
come le onde del mare, un po’ su, un po’ giù, l’importante è vivere con
intensità ogni attimo, per lasciare una nostra impronta in questo mondo e
goderci la bellezza che ci circonda.
Senza spostarmi mi corico e
lascio che i miei occhi si riempiano dell’azzurro intenso del cielo e avverto
una sensazione di pace e serenità mai provata prima.
E.T.
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