Giunsero a Madonna dell’Olmo poco
dopo le 22. Jessica lo salutò e, presa la valigia, entrò in casa.
Suo padre era seduto sul divano
intento a guardare la televisione.
«Ciao papà, sono tornata!».
«Ciao», biascicò senza nemmeno
guardarla.
«Tutto bene?», domandò lei.
«Sto guardando la televisione,
meglio di così!», rispose Luigi, continuando a tenere gli occhi attaccati allo
schermo.
«Sei sicuro di stare bene?»,
insistette Jessica. Suo padre era molto strano. Sembrava avesse bevuto. Non
voleva nemmeno pensare a una cosa del genere, ma temeva, ahimè, di non
sbagliarsi.
Luigi si alzò e, cercando di
apparire più sobrio che mai, le disse, «Sono sicuro».
Solo che si accorse lui stesso
che faceva fatica a parlare e lei a quel punto sbottò.
«Tu hai bevuto», esordì quasi
urlando.
«Sì, ho bevuto e allora? Sono
libero di fare ciò che voglio», la aggredì lui.
«Non ti è bastato rischiare di
morire una volta? Lo sai benissimo cosa hanno detto i medici. Mi faccio in
quattro per starti dietro, per controllarti e tu che fai? Per la prima volta
che decido di trascorrere il weekend fuori ti ubriachi?».
Jessica non riusciva più a
controllarsi. Era furiosa con suo padre e con se stessa.
Se solo fosse rimasta a casa…
Stava ancora tremando, quando
Luigi prese la bottiglia di grappa che aveva nascosto sotto il cuscino del
divano e, urlando, si avvicinò a Jessica.
«Devi smetterla di dirmi cosa devo
fare o non fare, hai capito? Chi ti credi di essere? La figlia eroina che salva
suo papà? Dovresti solo ringraziarmi per non averti consegnata ad un
orfanotrofio quando tua madre se n’è andata. La vedi questa?», urlò indicandole
la bottiglia, «Era piena, ma l’ho bevuta tutta e sto benissimo… I medici sono
degli incapaci, non sanno quello che dicono».
Jessica rimase interdetta,
vedendo che si era scolato un’intera bottiglia di grappa e, raccolte tutte le
sue forze, sbottò tra le lacrime
«Sei un grande egoista… io mi
preoccupo per te e tu, te ne freghi! Se mi volessi un briciolo di bene, non
avresti bevuto. Sei un egoista, un egoista…».
Ora le lacrime cadevano copiose
sul suo volto.
Luigi, in preda ai fumi
dell’alcool e non sopportando più le lamentele di sua figlia, colto da un
raptus, si avvicinò e, senza che lei potesse rendersene conto, le scaraventò la
bottiglia sulla testa, mandandola in frantumi. Jessica sentì solo un colpo
secco e poi, più nulla.
Luigi, vedendola a terra, fu
preso dal panico. La lasciò lì, sanguinante, e fuggì via.
Il giorno seguente, non vedendola
arrivare al lavoro, Raffa provò a chiamarla.
Il cellulare suonava a vuoto.
Provò e riprovò più volte, invano. Preoccupato prese la macchina e andò a casa
sua.
Il cancello era aperto. Entrò
senza nemmeno suonare.
La porta di casa era solo
socchiusa. Quando la vide riversa sul pavimento, si spaventò. Si avvicinò, la
chiamò, ma nulla. Era tutta insanguinata.
Chiamò immediatamente i soccorsi.
Del padre nessuna traccia.
Elvira Tonelli
NEI PROSSIMI GIORNI IL CAPITOLO 7
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